Mi manca mio papà Franchino.
E’ mancato il 03/04/2020 a 59 anni causa covide cure sbagliate e in ritardo, lasciandomi come relitto in fondo al mare. Ho trascorso giorni, mesi, a parlarmi, a conoscermi. Non ho cercato mio padre, l’ho vissuto nei miei gesti, pensieri, valori, ideali. Il pilastro del mio tutto, crollato, apparentemente, ma esistente, vitale!
Giorni, mesi di assenza, di mancati saluti, giochi, scherzi e pianti. Giorni, mesi senza vittorie, festeggiamenti, complimenti. Giorni, mesi di forza!
Un padre presente, seppur composto. Un padre che, con sapiente rispetto, controllava la mia crescita, il mio diventare donna. Amava la bellezza delle cose e della vita. Generoso, forse troppo. Sempre pronto a tendere la mano. Non un padre padrone. Figlio del ’68, della libertà. Devo la mia sete di indipendenza a lui, al suo insegnarmi il rispetto verso tutti, verso la vita altrui, le donne. Non conosco l’odio, il rancore, la violenza, il disprezzo. Conosco l’amore. Il difendere gli oppressi, i maltrattati. Conosco l’amore per la vita.
Ci vuole coraggio nel sorridere, tanto. Facile sarebbe piangere, disperarsi, chiedersi il perché. A me oggi non interessa, mi interessa farlo vivere attraverso i valori, gli ideali che mi ha insegnato: difendere i deboli, portare avanti la verità. Questo è mio padre, l’azione positiva, non il pianto. Piangere non aiuta, distrugge le membra, l’anima. La traghetta verso il brutto, l’oscuro. Ho chiuso la mia anima, ho apparentemente rinviato la somatizzazione del dolore. Ma Il dolore prima o poi arriva, violento. Impattante ma silente. In piena estate, la stagione della positività. Oggi ho il compito però di farti un regalo, di sorridere. Non devo permettere alla negatività, all’ansia di abbattermi, di portarmi alla morte. Devo trasformare il dolore in pienezza, pienezza di vivere. Trasformare un addio in fondamenta del mio nuovo essere. Non permettere alla negazione della bellezza, della vita, di uccidermi. Indirizzare le paure verso ciò che mi rende energica, ciò che mi porta alla conoscenza di me stessa e dei miei limiti. Mi sembra di sentirti: Somatizza con maturità. Ti voglio bene papà, ovunque tu sia.